Giovedì 5 aprile 2018
Il settore del turismo rappresenta un asset fondamentale per lo sviluppo del paese, oggi minato dalla bassa qualità del suo parco immobiliare: ben il 65% degli hotel è stato costruito prima degli anni ’70. Le possibilità di un’edilizia 4.0 possono soddisfare le necessità di riqualificazione in tempi brevi e con alti livelli di prestazione energetica, ambientale e con costi di gestione limitati e soprattutto certi. Su questo si è lavorato nel corso del Club REbuild organizzato a Milano nella sede di Ideal Standard, realtà che sta sviluppando soluzioni innovative con approccio modulare e sostenibile.
“È necessario pensare all’edificio – ha affermato Eugenio Cecchin, AD di Ideal Standard – come al fulcro di una serie di attori che portano idee ed esperienza da campi diversi, con capacità di innovazione. Innovazione che a nostro avviso è di due tipi: adiacente, quella che si fa all’interno dell’azienda ed è volta a migliorare il prodotto o i servizi, ma che non permette di diventare leader nel proprio settore; trasformazionale, dove tutti gli attori della filiera condividono best practice, la logica di approccio, la visione del problema nella realizzazione di un edificio e cercano di astrarsi dal singolo sviluppo/prodotto della propria azienda. Questa è l’innovazione che cambia ed è possibile solo se c’è qualcuno che cerca di fare da integratore e che spinge a cooperare. Questa per me è innovazione open source e questo è il motivo per cui ci siamo associati a REbuild, a cui riconosciamo questo ruolo di connettore”.
Giorgio Ribaudo, Project Manager Horwath HTL, presentando l’ultimo rapporto “Hotel and Chains 2018”, ha sottolineato come il settore alberghiero ha un patrimonio vetusto, ma che non sembra incidere sull’arrivo dei turisti. Aumenta la domanda e parallelamente aumentano anche i livelli di richieste e di aspettative dei viaggiatori. Questo ha come conseguenza la crescita, che si registra da anni, nel numero delle camere appartenenti alle strutture alberghiere di catena, anche se va detto che in Italia, gli hotel di catena sono ancora una parte decisamente minoritaria: rappresentano infatti il 4,5% del numero globale di strutture, che si attesta sempre sulle 34mila camere. Il rapporto mette in evidenza anche che sono in previsione interventi sull’esistente per rilanciare e riqualificare strutture ed edifici già presenti. In tutto questo quadro la finanza specializzata nel settore alberghiero servirà da fluidificatore delle operazioni: le catene si spostano su asset light che implicano un minore coinvolgimento finanziario; in più la redditività del settore alberghiero attirerà finanza anche non specializzata.
Guarda la video intervista a Giorgio Ribaudo.