Giovedì 10 maggio 2018
Per molto tempo si è guardato al Real Estate come un settore poco incline alla dimensione della sostenibilità e dell’innovazione, ma i developer più attenti mirano già a prodotti immobiliari coerenti con i principi dell’economia circolare e capaci di superare i livelli di produttività e di efficienza. Ecco cosa ci ha detto Stefano Corbella, Sustainability Officer di Coima.
Quali sono le strategie di sviluppo del gruppo? Quali sono i segmenti su cui ritenete prioritario effettuare i futuri investimenti?
COIMA opera principalmente nel mercato uffici, residenziale e retail, nelle principali città metropolitane italiane. La strategia del gruppo, che ci ha portato ad essere tra i principali operatori del mercato italiano, sarà principalmente focalizzata all’innovazione del prodotto e dei servizi.
Sono ormai chiari alcuni dei trend di mercato che indicano una variazione delle aspettative degli utenti, in tutti gli asset class. Sarà importante trovare la giusta misura per creare un prodotto bilanciato con le nuove aspettative del mercato.
Qual’è il vostro punto di vista sull’innovazione nelle costruzioni? Quali sono le direttrici su cui punterete?
Il mondo delle costruzioni è in grande trasformazione. Nuovi materiali e tecniche di costruzione innovative sempre di più influenzeranno la competitività tra le aziende. Oggi troviamo grande competenza tra i costruttori, ma la capacità di innovazione sarà determinante per il futuro del settore.
In prospettiva crediamo che, in risposta agli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite, sarà necessario concentrarsi sugli aspetti di “Circular Economy”. Il settore immobiliare è il principale consumatore di materie prime e produttore di rifiuti solidi; questo principio deve cambiare anche considerando che la scarsità di risorse e l’eccessiva produzione di rifiuti rappresentano già oggi uno dei principali rischi per il settore immobiliare e per gli investitori.
Su questi temi sono in atto diverse iniziative a livello europeo e globale come ad esempio “Level(s)”, un framework sviluppato dalla Comunità Europea che ambisce a indicizzare il contenuto di “circolarità” di un immobile, e la Taskforce on Climate-related Finalcial Disclosure (TCFD) per la valutazione dei rischi degli investimenti in relazione ai cambiamenti climatici.
Al mondo delle costruzioni, agli imprenditori italiani e a tutti coloro che contribuiscono allo sviluppo immobiliare noi compresi, chiediamo di essere motori e promotori del cambiamento.
Nella sessione a Riva del Garda, su quali sfide metterete alla prova la community di REbuild?
Ci sono alcune sfide che vorrei fossero raccolte e che riteniamo possano portare grande valore aggiunto; la prefabbricazione spinta degli elementi edilizi, la costruzione pensata e realizzata per lo “smontaggio” invece che la demolizione e l’uso di materiali e prodotti certificati Cradle-to-Cradle basati sui principi di economia circolare.
Queste sono le tre sfide che ci sentiamo di lanciare e dalle quali siamo certi che il mercato immobiliare possa trarre solamente grandi vantaggi in competitività ed attrattività.
Quali sono le vostre attese rispetto al confronto con la community REbuild? Con quali aspettative Coima ha deciso di partecipare alla convention?
Ci attendiamo grande partecipazione e interesse sui temi di circolarità nell’edilizia, da tutti gli operatori del settore. La nostra aspettativa è che ci sia condivisione di intenti sulla necessità di innovare il settore delle costruzioni che sconta una storica reticenza al cambiamento, oramai anacronistica.